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LA GASTRONOMIA A SONDRIO E PROVINCIA

Sondrio, per la sua appartenenza al territorio montano, si distacca moltissimo dalla tradizione culinaria lombarda. La differenza sostanziale sta negli ingredienti base utilizzati nei piatti e nella scelta dei sapori da esaltare sulla tavola. La cucina contadina della Lombardia lascia spazio ai gusti alpini, genuini e forti, che sicuramente non hanno nulla da invidiare alle altre tipologie di gastronomia regionale. L’emblema della cucina locale sono gli eccezionali “pizzoccheri”, specie di tagliatelle fatte con la farina di grano duro e lessati assieme a patate, verze e spinaci, conditi con burro fuso, salvia e tanti pezzetti di formaggi locali. Molto gustosi davvero. I piatti con funghi e salsiccia sono all’ordine del giorno e si segnala un’ottima produzione di salumi, come la famosa Bresaola valtellinese, e formaggi, come il Bitto. Da provare infine il “panon”, un dolce natalizio con castagne, fichi secchi, nocciole, noci, uva passa e liquore.

C'è chi sceglie un weekend in Valtellina per immergersi nella natura incontaminata di montagne che, con il Pizzo Bernina, arrivano a superare i 4000 metri. C'è invece chi viene attratto per trascorrere un fine settimana culturale della valle, smentendo il luogo comune che ci vede solo baite e pascoli. Una terza categoria di turisti, infine, percorre le strade valtellinesi alla ricerca di piatti e prodotti della locale tradizione enogastronomica. Lungi dal preferire uno solo di questi approcci, il visitatore è al contrario invitato a scoprire un territorio che proprio nella varietà della propria offerta ha uno straordinario punto di forza.

Prima tappa dell'itinerario è la Valle del Bitto di Gerola (spesso abbreviata in Val Gerola), raggiungibile da Morbegno tramite la SS405. A Sacco è possibile ammirare una delle opere d'arte più curiose della zona: l'affresco dell'Homo salvadego, un personaggio leggendario, a metà tra rispettato genius loci della montagna e temuto essere misterioso. Proprio a lui si deve la "rivelazione" del segreto per la lavorazione del formaggio locale. Quanto è stato messo in pratica dagli insegnamenti si apprezza poco a monte presso l'Alpe Culino: gli immensi pascoli che circondano la località sono il punto di partenza della filiera produttiva del Bitto DOP e del Valtellina Casera DOP, i due prìncipi del panorama caseario provinciale. Se il primo è un prodotto particolarmente pregiato e ricercato, il secondo è celebre anche per il suo utilizzo nella preparazione dei Pizzoccheri della Valtellina, gustosa e nutriente pasta di grano saraceno.

Percorrendo verso est la SS38, ci si inoltra in un paesaggio che, nei pressi di Sondrio, mostra sempre più evidenti le tracce della coltivazione della vite. Un reticolo di terrazzamenti solca infatti il versante retico della valle, creando un paesaggio sui generis, candidato a Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Dopo aver ammirato queste imponenti opere nei pressi del pittoresco Santuario della Sassella, è d'obbligo degustare le diverse denominazioni di Valtellina Superiore DOCG, un rosso caratterizzato dall'odore persistente e dal sapore asciutto e vellutato, o uno Sforzato di Valtellina DOCG, le cui uve raccolte a mano sono fatte appassire sui graticci, o un Rosso di Valtellina DOC.

È davvero difficile non proseguire alla scoperta di un territorio che riserva continue sorprese, come Castel Grumello, proprietà del FAI abbarbicata su un colle a strapiombo sulla valle. Mentre si prosegue in direzione Est non mancherà l'occasione di assaggiare un'altra prelibatezza tutta valtellinese, la Bresaola della Valtellina IGP: inconfondibile è il gusto delicato di questa straordinaria carne bovina salata e aromatizzata. L'itinerario termina a Tirano, famosa non solo per il santuario rinascimentale, ma anche come punto di partenza del treno rosso del Bernina. Un ultimo accenno va infine alle Mele di Valtellina IGP, tra i principali prodotti frutticoli dell'intera regione; il loro gusto inimitabile è dovuto al particolare microclima del soleggiato versante retico della valle.

IN DETTAGLIO

L’enogastronomia valtellinese racchiude i sapori intensi ed unici di una cucina semplice, che ammalia con le sue caratteristiche di schietta genuinità: il formaggio Bitto e il Casera, i vini tipici, le grappe e gli amari alle erbe alpine, la bresaola e i salumi locali, i funghi porcini, i pizzoccheri, le conserve alimentari, il miele, le mele, le castagne, la Bisciola. Prodotti di alta qualità, frutto della tradizione, legati indissolubilmente alle particolari condizioni climatiche, all’aria frizzante e pura propria della terra di origine. La Valtellina si estende fra le Alpi Orobiche a sud e il versante Retico a nord, a partire da Colico fin verso il passo dello Stelvio. Il lato più soleggiato della valle è caratterizzato da migliaia di piccoli terrazzi, in cui, fino ai mille metri d’altezza sul livello del mare, si coltiva la vite da più di seicento anni. La parte superiore, stretta e ripida, si apre nel piano di Bormio, uno dei più importanti centri di sport della neve e di villeggiatura delle Alpi, nel quale confluiscono quattro valli, tutte facenti parte del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio.

Tra i primi piatti caratteristici valtellinesi:

- i noti Pizzoccheri: tagliatelle di grano saraceno con verdure, burro fuso e formaggio Casera;
- la Supa De Can: pane di segale, brodo, burro, e formaggio, da gustare come antipasto o seconda portata;
- gli Sciatt: frittelle di grano saraceno, che racchiudono un morbido cuore di formaggio, serviti su un verde letto di cicorietta;
- la Polenta Taragna: creata dalla combinazione di farine di mais e grano saraceno, servita accompagnata dai funghi porcini delle valli, dai salmì di selvaggina o condita con burro e formaggio Bitto.


I salumi annoverano:

- La Bresaola della Valtellina IGP, prodotta con carni scelte di manzo, dal sapore delicato e gustoso, dal basso apporto calorico, che ha conquistato i palati di tutto il mondo.
- Il Violino di capra, particolare e pregiato, ottenuto dalla coscia di capra essiccata, denominato così per il singolare modo di affettarlo (appoggiato sulla spalla a mo’ di violino e usando il coltello come se fosse un archetto).


L’ampia varietà di formaggi comprende:

- Il Bitto Dop, formaggio d’alpe grasso a pasta semicotta, di media durezza e media stagionatura, di sapore dolce e delicato, che tende a divenire vivace con l’invecchiamento; negli stadi giovanili è un classico formaggio da taglio, mentre dopo anni di stagionatura diventa un ottimo prodotto da condimento e da grattugia. La zona di origine è la testata della Valle del Bitto di Gerla con i suoi verdi pascoli sul versante orobico valtellinese, nel Morbegnese.
- Il Valtellina Casera Dop si ottiene da latte intero proveniente da vacche di razze tradizionali allevate nella provincia di Sondrio e alimentate prevalentemente con essenze spontanee ed erbai.
- Lo Scimudin, prodotto in provincia di Sondrio nell’alta Valtellina, è, come dice il suo nome, un piccolo scimud (0,5-1,5 kg), che nel dialetto locale vuol dire formaggio, in contrapposizione alla Scimuda, simile, ma più grande.
- Il formaggio caprino fresco classico, privo di crosta, a pasta cruda, di colore bianco, con sapore tipico leggermente acidulo, è un prodotto molle, delicatamente cremoso; lo si può trovare aromatizzato con erbe, spezie, carbone vegetale e frutti di bosco. La versione stagionata risulta di sapore più marcato.
- La caciotta di capra, a pasta semicotta presamica, si può trovare di consistenza molle, semidura o dura. Può presentarsi con muffe o a crosta liscia, il sapore è dolce e aromatico e diventa più intenso e piccante se la stagionatura è prolungata.
- Il crosta fiorita, è un formaggio di capra a pasta cruda con crosta bianca derivata dalla formazione di un feltro superficiale di muffe (fioritura); la pasta ha un aspetto caratteristico con il sottocrosta molle e la zona centrale friabile e bianca; il sapore è dolce e aromatico.
L’erborinato è un formaggio caprino a pasta molle o semidura, caratterizzato da venature verdi-bluastre dovute allo sviluppo interno di muffe; il sapore è assolutamente piccante.
- La ricotta caprina, che si ottiene dal siero, è un prodotto che si presenta con tessitura finissima e un gusto delicato e unico.


I dolci più tipici della zona sono:

- la Bisciola o la Cüpeta, delizioso impasto di miele e noci racchiuso tra due veli di ostia,
- La torta Saracena con panna e marmellata di mirtilli.

I VINI

L’area vitivinicola, che per circa 40 chilometri va da Ardenno a Tirano, è inconfondibile per estensione nel panorama alpino ed europeo; grazie a condizioni favorevoli di clima e di terreno ed al paziente e tenace lavoro dell’uomo produce vini famosi in tutto il mondo. Il Valtellina Superiore, che dalla vendemmia 1995 si fregia della dicitura Docg, si suddivide in quattro categorie, che prendono il nome dalle corrispondenti aree geografiche:

- Il Sassella: vino rosso superiore da arrosto e da selvaggina, di colore rosso rubino tendente al granato, dal profumo sottile, persistente, intenso e dal sapore secco, austero, armonico, leggermente tannico, gradevole.

- Il Grumello: un gran vino da arrosto, di colore rosso rubino, tendente al granato, dal profumo sottile, intenso, caratteristico; si affina con l’invecchiamento; dal sapore secco, austero, armonico e vellutato, ben si adatta a tutti i piatti valtellinesi.

- L’Inferno: un buon vino da arrosto, di colore rosso rubino tendente al granato, dal profumo caratteristico, che si ammorbidisce con la maturazione; dal sapore asciutto, austero, armonico, leggermente tannico.

- Il Valgella: un vino di colore rosso rubino tendente al granato, ha un profumo molto intenso, sottile; il sapore è secco, armonico, caratteristico. Si accompagna preferibilmente ai pizzoccheri, originari della stessa zona.

- Lo Sforzato o Sfursat è un vino di grande morbidezza, che si accompagna ottimamente ai formaggi stagionati grassi e saporiti, prodotto con uve Nebbiolo fatte appassire su tavole fino a che la concentrazione zuccherina consente di ottenere un vino di 15 gradi circa.

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VINI E SAPORI DI VALTELLINA

La Valtellina è terra di sapori antichi; la sua cucina, genuina e paesana come l'ambiente da cui trae origine, presenta cibi molto apprezzati dai palati più esigenti. La fraina o, farina di grano saraceno, con il burro e i formaggi d'alpe e la bresaola danno alla cucina valtellinese una forte tipicità, unica in tutto l'arco alpino. Questi i piatti tipici: Pizzoccheri, rustiche tagliatelle di farina nera con verdure, condite con burro e formaggio d'alpe. Sciatt, informi frittelle di farina nera ripiene di formaggio. Polenta taragna, con farina nera, burro e formaggio. Pane di segale. Bresaola, salume tipico, si tratta di carne di manzo salata con metodo a secco, cioè unendo alla carne il sale e lasciando che la soluzione salina si formi con il succo della carne stessa, ed essicata all'aria. Di sapore dolce e morbido, delicata nel gusto, va consumata preferibilmente al naturale, anche in carpaccio. Salami e prosciutti. Formaggi, Casera, Scimudin, Bitto riconosciuto come il re tra le produzioni casearie valtellinesi, si fregia della DOP. È un formaggio d'alpe grasso a pasta semicotta, di media durezza e media stagionatura, di sapore dolce e delicato che tende a divenire vivace con l'invecchiamento, negli stadi giovanili è un classico formaggio da taglio, mentre dopo l'anno di stagionatura diventa un eccellente prodotto da condimento e da grattuggia. Cacciagione. Funghi porcini. Bisciola, rustico panettone valtellinese con noci, fichi e uvette, viene servito al naturale accompagnato da salsa alla vaniglia o salsa al Braulio, il rinomato amaro di Bormio. Vini di Valtellina: Sassella, Grumello, Inferno, Valgella, Valtellina e Sforzato. Grappe e amari di erbe alpine: Braulio e Taneda tra i più famosi.

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SONDRIO E PROVINCIA - GASTRONOMIA
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